lunedì 8 febbraio 2010
E' questa una stampa di Pesaro risalente alla prima metà del 500.
Si possono notare bene tutte le cinque porte che permettevano l'entrata e l'uscita dalla città.
In verità faccio un poco di confusione ad orientarmi, sapendo comunque con certezza che Porta Sale era in fondo all'attuale Via Castelfidardo, Porta Fanestra, poi Porta Fano, era all'inizio dell'attuale Via S.Francesco e Porta Rimini, l'unica porta rimasta, è praticamente, senza guardare l'attuale viabilità, il proseguimento per chi viene e chi va dal Ponte Vecchio sul fiume Foglia. Tutto il resto mi è oscuro.
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Solo oggi, vagabondando per la rete, m'imbatto in questo interessantissimo Blog. Nella speranza di non giungere "troppo in ritardo", aggiungerò qualche dettaglio riguardo le porte di Pesaro:
RispondiElimina"...Le porte d’ingresso.Ha cinque porte, a cominciare da quella da cui si entra venendodalla stazione, attraverso la via ferrata, denominata Porta Cappuccina, dall’attiguoconvento dei Cappuccini, o Collina, perché dà sulla strada che porta ai colli vicini. Laseconda porta è detta Fanestra, perché conduce a Fano (sarebbe l’odierno piazzaleMatteotti, e via Cialdini era la strada che conduceva verso Fano, passando per il borgo periferico di Muraglia). La terza è detta Porta Sale, perché lì vicino si conservail sale, ma è anche soprannominata Porta Marina, perché da lì si va al mare. Laquarta entrata è detta Porta del Porto, perché conduce al canale dove sono ancorate le barche dei marinai. La quinta si chiama Porta Rimini (ancora esistente), e sorgedavanti al c.d. Ponte Vecchio che cavalca il fiume Foglia. Attraverso questa portas’imbocca la strada per Rimini. Sulla parte alta delle mura girava un’ampia stradache nel 1830 fu ridotta a pubblico passaggio, con filari di alberi esotici che rendonodelizioso il luogo..."
Tratto da questo interessantissimo documento: http://it.scribd.com/doc/19354977/museodiocesanoguida
Che meraviglia questo sito! Curato, attento ai particolari...Complimenti a chi lo ha realizzato, una persona che ama la propria città: si nota da tante cose...
RispondiEliminaPaola Cecchini
paola.cecchini@libero.it